Le protesi mammarie odierne vengono sottoposte a intensi controlli ai fini della sicurezza per la salute. Sulla base delle regolamentazioni europee le protesi mammarie possono essere commercializzate in Italia sotto previa autorizzazione specifica. Le protesi mammarie sono state classificate, a livello medico, come tipologie impiantabili.
L’offerta medica si dimostra particolarmente ampia in campo protesi al seno, a seconda dei singoli casi e delle diverse tipologie. Per cercare di comprendere a fondo tutti i rischi delle protesi mammarie andiamo ad approfondire l’argomento con i paragrafi successivi. Se stai pensando di ricorrere alle protesi mammarie l’odierno articolo ti aiuterà a prendere la decisione migliore.
Tipologie di protesi mammarie
Le protesi mammarie vengono suddivise in varie tipologie, ognuna delle quali si dimostra in grado di conferire al seno un aspetto differente. Come accennato in precedenza, rispetto ai controlli del passato, i nuovi dispositivi di impianto vantano controlli ferrei da parte dell’UE. Le protesi mammarie vengono classificate in base alla forma e alle dimensioni, in linea generale dai 125 cc ai 450 cc. Oltre alla scelta delle ditte di realizzazione si trovano anche i diversi materiali.
Le protesi mammarie vengono attualmente realizzate in soluzione fisiologica e gel coesivo di silicone. In caso di rottura accidentale il gel si mantiene al suo posto, al contrario della soluzione che viene riassorbita dall’organismo. In base alla forma del seno esistono inoltre protesi mammarie tonde oppure anatomiche. Le protesi tonde si adattano all’aumento del volume del seno, adattandosi alle diverse posture, contrariamente alle versioni anatomiche.
Altro particolare da tenere in considerazione è il profilo della protesi mammaria: basso, medio oppure alto a seconda dei diversi casi. Infine vanno calcolate anche le modalità di inserimento degli impianti per via areolare, ascellare o sottomammaria.
Protesi mammarie: quando sostituirle e rischi
Quando sostituire le protesi mammarie? Sulla questione si sono spesso aperti diversi dibattiti. Generalmente si pensa che gli impianti debbano essere sostituiti ogni dieci anni. Odiernamente è sufficiente monitorare lo stato della protesi mammaria. Gli impianti in gel di silicone presentano difatti una longevità superiore rispetto al decennio.
Nonostante le protesi mammarie è possibile sottoporsi ad esami quali la mammografia, mentre dal punto di vista dei rischi risultano pressoché nulli. La teoria di un collegamento tra le protesi e lo sviluppo di patologie cancerogene e tumorali al seno è stato smentito dai test scientifici. Il rischio maggiore rimane quello di non poter allattare, ma soltanto in presenza di un impianto non accurato.