La crescita esponenziale di Facebook è stata così irresistibile e grandiosa da aver ispirato persino un film vincitore di 3 premi Oscar (The Social Network), una crescita in termini di traffico, popolarità e pervasione che non ha avuto eguali, considerando la gradualità con la quale Google è riuscita a imporsi. Ma Facebook ha cambiato il web oppure sono stati gli utenti a cambiare Facebook?
Probabilmente si tratta di due azioni e reazioni contrapposte che si sono vicendevolmente aiutate. Facebook ha avuto il merito storico di migliorare di gran lunga l’esperienza sociale offerta da siti che a guardarli oggi sembrano incredibilmente rudimentali, come MySpace. Il web creato dagli utenti era già una realtà prima della creatura di Zuckerberg e solo la disponibilità degli utenti a creare web, pagine, commenti, forum e soprattutto blog e profili sociali può aver dato luogo al successo di Facebook.
Ma il sito blu per eccellenza è cambiato in pochissimo tempo, col modificarsi delle tecnologie a nostra disposizione. Rilevante in questo caso è stato il passaggio definitivo alla tecnologia mobile. Nel 2011 i ricavi delle connessioni da desktop erano del 100%, oggi alla fine del 2014 la situazione vede il 59% dei ricavi dalle connessioni tramite l’applicazione mobile per android e OS. Per quel che riguarda l’attività degli utenti: nel 2011 432 milioni di connessioni mobili, nel 2014 ben 1 miliardo e 8 milioni.
Ma Facebook è cresciuto globalmente anche come ricavi in tempo per l’approdo a Wall Street, che tanta gola ha fatto agli investitori iniziali. Oggi guadagna 5,85 dollari per ogni iscritto in Nord America, 2,44 per ogni iscritto in Europa, 0,93 dollari per ogni iscritto asiatico con una media mondiale che supera i due dollari per utente. Facebook è anche cresciuta attraverso acquisizioni importanti, tra le quali certamente quella più rumorosa è stata Whatsapp costata ben 19 miliardi, che ha portato in dote 500 milioni di utenti fedeli.
Le altre applicazioni che hanno portato utenti sono Instagram (200 milioni di iscritti) e Messenger, l’applicazione di chat separata dall’applicazione globale (altri 200 milioni di utenti). In totale Zuckerberg controlla un colosso di 2.1 miliardi di iscritti dei quali conosce tutto, informazioni sensibili da utilizzare nel ricco mercato della pubblicità, dove l’utente diventa l’oggetto dello scambio merceologico.
Il valore portato da Facebook alla vita quotidiana, quella vera, rimane comunque molto dibattuto. A parte le tradizionali e del tutto appropriate preoccupazioni sulla privacy, Facebook sembra creare una dipendenza di breve durata che sta tutta nella vanità personale e nel bisogno di ricevere una sorta di conferma al proprio status sociale.
Le interazioni tendono a cessare o meglio, diminuire nel tempo in modo drastico. Il vero valore può essere considerato quello di aver portato sul web molta gente comune, facendo schizzare il numero di persone che attivamente stanno su internet, aprendole a una maggior informazione, in un paese vecchio che guarda spesso troppa (cattiva) televisione.