L’anemia viene causata da una carenza di ferro presente nel sangue, dovuta a malattie più o meno gravi come malaria, tumori, ulcere gastriche e peptiche o carenze nutrizionali.
Fra i sintomi più importanti troviamo la debolezza, la cefalea, il pallore, capogiri, sbalzi d’umore più o meno frequenti, capelli e unghie fragili, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. In casi più rari l’anemia provoca delle pliche di mucosa nell’esofago e milza ingrossata.
Per curare questa patologia è importante controllare e modificare la propria alimentazione, magari assumendo appositi integratori. La terapia adottata per questa malattia viene definita marziale, che consiste nella somministrazione di sali ferrosi per via orale, lontano dai pasti principali. In alcuni casi questi sali vengono somministrati per via endovenosa, ma solo nel caso in cui i pazienti non li tollerino per via orale.
Per ottenere dei risultati è bene seguire controlli periodici, iniziando la conta reticolocitaria che dovrebbe presentare un piccolo aumento già nell’arco di sette giorni. Solitamente questa patologia viene risolta nell’arco di 2 mesi, periodo in cui i valori del sangue si stabilizzano e tornano alla normalità. Tuttavia, una volta curata l’anemia, è necessario continuare la terapia per ulteriori sei mesi, in modo da poter ripristinare le riserve di ferro.
Per quanto riguarda l’alimentazione bisogna cercare di assumere molta vitamina C, presente negli agrumi, nell’uva, nei kiwi, nei peperoni, nei pomodori, nei cavoli, nei broccoli e nella lattuga, senza trascurare la vitamina A, presente nel fegato di bovino, carote, albicocche, frutta e verdura di colore giallo-arancio o verde brillante.