Oltre 1500 turisti bloccati sull’isola e altri 20 mila passeggeri a rischio in questi giorni. E’ questo il bilancio del disastro Goinsardinia i cui traghetti sono stati bloccati dall’armatore per dei presunti ritadi nei pagamenti. E a farne le spese sono, ovviamente, i turisti, abbandonati a se stessi con pochissime informazioni utili.
E con il passare delle ore la vicenda ha avuto sfumature quasi grottesche con la compagnia che invitava i passeggeri ad acquistare il biglietto con altre compagnie navali e mettendo a disposizione una sezione del sito web per la richiesta di rimborso.
Della serie, non ci si improvvisa del settore. Goinsardinia, infatti, altro non è che un consorzio di circa 200 imprenditori di Santa Teresa di Gallura, una delle più belle località turistiche dell’isola.
Il consorzio è nato per collegare il porto di Olbia con Livorno a prezzi low cost e favorire così il turismo sull’isola visto che negli ultimi anni ha subito un brusco calo. L’idea era quella di offrire collegamenti low cost con l’isola per far tornare competitiva la Gallura rispetto alle altre mete turistiche di mare, Puglia e Grecia su tutti.
L’unica buona notizia, se così si può dire, riguarda il soggiorno dei turisti rimasti bloccati sull’isola. Gli albergatori della Gallura, infatti, hanno annunciato che ospiteranno gratuitamente tutti i passeggeri lasciati a terra e che non sono riusciti a trovare posto sulle navi delle altre compagnie.
Nel complesso, però, questa ennesima vicenda negativa di sicuro non farà bene al turismo in Sardegna. Una brutta vicenda che ha colpito migliaia di turisti e che lascerà loro un brutto ricordo. A questo punto sorge spontanea una domanda: perchè non riusciamo a valorizzare la più bella meta di mare del mondo?