argentinaSettimana difficile, quella che ci apprestiamo a vivere, per i mercati finanziari con il default dell’Argentina sempre più vicino. Per il paese sudamericano si tratterebbe del secondo default in 13 anni, un piccolo record in negativo che rischia di minarne definitivamente la fiducia a livello internazionale. L’Argentina, infatti, non è stata in grado di trovare un accordo sul debito con gli hedge fund creditori. Ovviamente gli animi si sono accesi ed è cominciato il rimpallo delle responsabilità. Il ministro dell’economia, Axel Kicillof, ha dichiarato che: “I fondi speculativi hanno cercato di imporci qualcosa di illegale. L’Argentina è pronta a impegnarsi al dialogo e alla ricerca del consenso, ma cerchiamo una soluzione equilibrata, giusta e legale“. Giusto p sbagliato che sia il paese è in default per la seconda volta in 13 anni. Chi ne pagherà le conseguenze maggiori sarà come sempre, la popolazione del paese che sarà costretta a farsi carico di una pesante ristrutturazione del debito che il governo dovrà mettere in atto. MA tutto ciò non arriva come un fulmine a ciel sereno. Si sapeva da tempo che il paese non era in grado di rispettare gli impegni presi. Non a caso l’agenzia di rating Standard & Poors’, più volte sotto accusa, aveva già dichiarato ufficialmente che il Paese era in ‘default selettivo’. Forse, proprio in questo senso, si sarebbe potuto fare qualcosa di più per evitare uno scenario triste come quello del default ed evitarne tutte le conseguenze alla popolazione del paese. Perchè ripercussioni ci saranno, nonostante il ministro argentino sostenga il contrario. Secondo Kicillof, infatti, “L’Argentina continuerà a pagare i suoi debiti. Pagheremo coloro che detengono i bond su cui è stata dichiarata l’insolvenza ma a condizioni ragionevoli non a condizioni che equivalgono all’estorsione, fissate sotto pressione, sotto una minaccia“. Ora si potrebbe entrare nel merito delle responsabilità, cercare di capire se il giudice che ha congelato i fondi depositati presso le banche americane per pagare gli interessi agli obbligazionisti che tra il 2005 e il 2010 accettarono la ristrutturazione del debito, di fatto mettendo in default il paese sia stato fatto perchè ritenuto giusto o per avvantaggiare gli hedge fund. Tuttavia riteniamo che questo non sia lo spazio più adatto. Ci sono tante risorse autorevoli sul web che hanno trattato l’argomento in maniera critica e approfondita. Consigliamo, quindi, di fare una piccola ricerca e di approfondire l’argomento per farsi una propria idea sulla vicenda. Una vicenda che, se dovesse degenerare, rischierebbe di danneggiare la fragile ripresa economica.

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