Vita dura per i sindacati in questo difficile contesto economico. Con le aziende che chiudono e licenziano per i sindacati dei lavoratori il 2014 continua ad essere un anno estremamente difficile in cui sono riusciti solo in minima parte a difendere gli interessi dei lavoratori.
In particolare quando si parla di grandi aziende le trattative sembrano essere davvero a senso unico. E’ il caso, ad esempio, di Fiat e Alitalia. Seppur le 2 aziende vivano contesti completamente diversi c’è una cosa che le accomuna: in entrambi i casi i sindacati hanno fatto flop.
Partiamo dal caso Fiat. La trattativa tra l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori si era interrotta il 10 giugno per via del mancato accordo sulla “una tantum”: i sindacati chiedevano 300 euro ma l’azienda non aveva alcuna intenzione di sborsarne più di 250.
Alla fine la trattativa si è conclusa con un accordo di 260 euro, ossia solo 10 euro in più di quanto proposto dall’azienda. Non a caso lo stesso segretario nazionale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, ha dovuto ammettere che la trattativa è stata “difficile e sofferta, dopo una pesante rottura del negoziato siamo riusciti a riprendere il filo e dare una risposta contrattuale salariale, per il 2014 a tutti i lavoratori, cassintegrati compresi e definire una serie di miglioramenti normativi importanti”.
Veniamo ora al discorso Alitalia. In questo caso i sindacit avrebbero dovuto contenere gli esuberi. Si parlava di circa 2000 lavoratori in eccesso e l’accordo che è stato salutato come un grande successo di fatto non lo è. Secondo quanto riportato dal Ministro Lupi dei 2.251 esuberi per 250 assistenti di volo verranno fatti dei contratti di solidarietà, mentre altri 1.020 lavoratori saranno ricollocati in altre aziende. I 980 lavoratori che mancano all’appello dovranno usufruire del contratto di ricollocamento: in sostanza la loro busta paga sarà ridotta all’80% per 4 anni in attesa di un altro impiego.
Se questo è un successo…