Aumenti in vista per il settore delle Sigarette Elettroniche. Secondo quando riportato da Repubblica l’aumento sarebbe davvero consistente e nell’ordine del 480% per via della nuova imposta inserita nella bozza di decreto legislativo con lo scopo di riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche.
Di fatto un flacone di ricarica per sigarette elettroniche passerebbe da 6 a 35 euro. Un aumento assurdo che mette in rivolta sia i consumatori che, sopratutto, i rivenditori certi che tutto ciò sia voluto solo per affondare il settore. Si perchè se gli aumenti dovessero venire confermati sembra difficile credere che i consumatori siano disposti a spendere tali cifre.
Di fatto si mette a rischio l’occupazione dell’intero settore con molti centri destinati a chiudere nel giro di poco tempo. La sigarette eletronica è destinata, quindi, a diventare un prodotto di nicchia per quei pochi che potranno permettersi di spendere oltre 30 euro per un flaconcino di ricarica da 10 ml.
Inoltre, secondo il presidente Anafe-Confindustria Massimiliano Mancin, la sigaretta elettronica verrebbe associata erroneamente ancora alla sigaretta classica. Di fatto, però, c’è da ricordare al signor Mancin che la sigaretta elettronica in altri paesi è regolamentata in maniera ben precisa e in altri è perfino vietata.
I suoi effetti sull’organismo sono stati oggetto di uno studio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha dichiarato pericoloso l’uso regolare della sigaretta elettronica. Non a caso negli USA è classificata come medicinale ed è in paesi come Australia, Norvegia e Canada è stata perfino vietata.
Ora non si è ancora certi sulle conseguenze dell’uso continuo della sigaretta elettronica, se faccia più o meno male delle sigarette normali. Quello che è certo è che andrebbe colmato un vuoto legislativo in merito.