Secondo Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, le mosse attuate dalla Bce a Giugno potrebbero valere, per l’economia italiana, circa l’1% del Pil da qui al 2016. Un dato interessante e importante anche se la ripresa economica stenta ancora a partire.
Secondo Visco le banche devono tornare ad offrire prestiti a imprese e cittadini meritevoli, ossia a quelli in possesso delle giuste garanzie reddituali. Sarebbe proprio questo l’unico strumento per poter far ripartire l’economia italiana che da troppo tempo ormai soffre di una vera e propria stagnazione.
Lo stesso presidente di Bankitalia, infatti, parlando alla platea dell’Associazione delle banche italiane (ABI) ha ribadito che “la crescita è ancora molto debole e la ripresa stenta ad affermarsi”.
E proprio i finanziamenti alle imprese sembrano essere il tassello chiave per sbloccare questa drammatica situazione. Solo se le imprese torneranno a investire si potrà sperare in un calo della disoccupazione. E più persone torneranno a lavorare maggiori saranno i consumi dando vita ad un ciclo virtuoso che farà ripartire l’economia.
D’altronde parlare di ripresa in un paese dove la disoccupazione giovanile è poco sotto la soglia del 50% appare quasi ironico. E se calcoliamo che i dati sulla disoccupazione complessiva parlano di una percentuale intorno al 12% (ma c’è chi sostiene che quella reale sia molto più alta) non c’è da stare molto sereni.
Insomma non resta che sperare che l’ampliamento da parte della BCE dei prestiti utilizzabili dalle banche (parliamo di cifre importanti, che potrebbero interessare attività per 120 miliardi di euro) vengano davvero utilizzati per erogare finanziamenti alle piccole e medie imprese.
Altrimenti ci troveremo a dare ragione a chi, ancora una volta, grida allo scandalo sostenendo che quello di Draghi sia l’ennesimo regalo al settore finanziario complice in maniera determinante della difficilissima situazione in cui ci troviamo!