Denominati “contras” – che in spagnolo è la forma accorciata di contrarrevolucionarios “controrivoluzionari” – i gruppi armati controrivoluzionari nicaraguensi si sono costituiti a partire da nuclei della vecchia guardia nazionale di Anastasio Somoza Debayle nel 1979 per combattere il governo sandinista dopo il rovesciamento della dittatura di Debayle che si era insediato al potere.
Come sono nati i guerriglieri del Nicaragua
Tutto ha avuto inizio in particolare il 19 luglio del 1979, quando i ribelli sandinisti sono avanzati su Managua, capitale del Nicaragua. Allora il dittatore Anastasio Somoza Debayle è stato spodestato e, nonostante alcuni comandanti della Guardia Nazionale di sostegno a Somoza siano scapati all’estero, con l’aiuto degli Usa, altri rimasti in Nicaragua hanno iniziato a costituire dei gruppi armati controrivoluzionari ostili ai sandinisti.
Proprio questi ultimi sono quelli che vengono definiti col nome di “guerriglieri del Nicaragua”, in spagnolo “contras”.
Essi in particolare effettuano atti di guerriglia di tipo terrorista attaccando strutture civili indifese come fattorie, ospedali, chiese e massacrando e torturando civili innocenti. Loro prerogative sono, quindi, seminare un clima di paura e illegalità data dall’ingente traffico di droga.
Inoltre, la loro attività è sempre stata sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti che temevano un possibile avvicinamento tra sandinisti e Unione Sovietica, in particolare durante l’amministrazione di Reagan.
La situazione attuale
Se si parla di ex guerriglieri, oggi non si può non accennare ovviamente a Daniel Ortega. Risale a settembre dello scorso anno la condanna dell’ex guerrigliero sandinista. Il presidente, infatti, si è avvicinato al primo governo sandinista proprio nel 1979, partecipando alla guerriglia rivoluzionaria contro Somoza e diventando una delle cinque persone della giunta, di cui è stato anche coordinatore.
L’accusa contro Ortega è di violazione dei diritti umani dei cittadini. Inoltre, a seguito dello sciopero nazionale del 7 settembre 2018 per porre fine al governo dell’ex guerrigliero sandinista Daniel Ortega, molti manifestanti sono stati accusati di terrorismo.
Sulla vicenda, infatti, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha denunciato gli abusi del governo Ortega, aggiornando il numero dei morti a un totale di 455.
Le proteste contro il governo Ortega sono proseguite a partire dal 18 aprile scorso. Casus belli è stata l’entrata in vigore della riforma pensionistica voluta dall’ex guerrigliero Daniel Ortega. Così al 28 maggio si contavano 81 persone uccise, 868 ferite e 438 arrestate, da quanto confermato da Amnesty International.
Così, quindi, oggi in Nicaragua il caos non sembra avere fine: anche quarant’anni dopo il rovesciamento della dittatura a opera del Fronte Sandinista la situazione non è migliorata.