I popoli menzionati nella Bibbia sono davvero moltissimi. Tra essi appare anche il popolo Biblico della Siria di origine semitica e dedito al nomadismo. Questo popolo abitava l’antica Mesopotamia, zona geografica molto vasta che oggi corrisponde agli stati di Libano, Giordania, Iran, Iraq, Turchia e appunto Siria. Questo popolo prendeva il nome di Aramei.
Il popolo degli Aramei è citato nella Bibbia ben 6 volte e nonostante si spostassero insieme e convivessero non hanno mai davvero creato un vero e proprio stato. La loro caratteristica particolare è anche e proprio questa, ovvero essere sempre stati considerati un popolo senza mai aver formato un reale stato unitario.
L’unità del popolo degli Aramei aveva basi politiche e linguistiche che trascendevano il concetto di stato. Dal nome Aramei, infatti, deriva l’Aramaico, lingua parlata da questo popolo. L’Aramaico era un segno distintivo importantissimo per queste tribù che in questo modo sentivano una forte coesione. Questa lingua veniva inizialmente trascritta con un altro alfabeto decisamente misterioso ma soprattutto particolare:quello fenicio.
La storia degli Aramei
Secondo quello che dice la Bibbia il popolo degli Aramei era diviso in 12 tribù. Ogni tribù rappresentava uno dei figli di Nahor, fratello di Abramo. Proprio per questo motivo l’affinità etnica tra Aramei ed Ebrei è davvero notevole.
L’esistenza del popolo degli Aramei risale a delle testimonianze davvero antiche ritrovate sulle tavolette cuneiformi del XIV secolo a.C.. La loro modalità di vita e soprattutto il loro culto deriva direttamente da quello babilonese. Gli dei pagani di riferimento del popolo degli Aramei erano Astarte e El Baal, principali divinità venerate a Babilonia. Gli Aramei sono tra i primi popoli a convertirsi alla religione Cristiana abbandonando completamente il paganesimo.
L’aramaico fu una lingua che ebbe moltissimo successo e che perdurò nei secoli. Questo avvenne perché la sua diffusione all’epoca degli imperi assiro e babilonese fu davvero capillare e questo fu mantenuto anche all’arrivo dell’impero Persiano. Essa è considerata la lingua per così dire “di riferimento” di tutto il Medio Oriente, una sorta di lascia passare che veniva parlata ovunque.
Dal punto di vista politico il popolo degli Aramei ha avuto un ruolo marginale, al contrario dal punto di vista culturale fu molto molto importante. Il popolo degli aramei ha nel corso dei secoli svolto un lavoro di globalizzazione della cultura davvero straordinario.
I popoli con cui venne a contatto furono molto influenzati e soprattutto a livello culturale ci fu un’omogeneizzazione davvero incredibile. Il sincretismo culturale del popolo aramaico fu secondo solo a quello di Alessandro il Grande. Nonostante questo, però, l’aramaico sopravvisse e si spostò vero i territori del sud e in particolar modo verso l’Arabia. Con la conquista di Roma questa cultura ebbe un nuovo slancio e visse un nuovo periodo dorato tramontato solo molti secoli dopo.
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