Può capitare di dover disdire un contratto d’affitto. In alcuni casi, si può semplicemente non rinnovarlo, ma in altri casi bisogna è necessario seguire certe procedure.
Come disdire un affitto
Per annullare un contratto d’affitto bisogna inviare al proprietario (o all’amministratore del palazzo), un modulo di disdetta sei mesi prima di liberare l’abitazione. Nel caso delle strutture commerciali, bisognerà inviare il preavviso un anno o diciotto mesi prima.
Il modulo di disdetta d’affitto è reperibile anche online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, e comprende:
- i dati dell’inquilino, ovvero il suo nome, l’indirizzo e il codice fiscale;
- i dati del locatario, che comprendono gli stessi dell’inquilino;
- l’oggetto della lettera, ossia la disdetta del contratto, specificando il numero della locazione e la propria registrazione presso l’Agenzia delle Entrate;
- la lettera vera e propria, in cui si dichiara, al locatario, di voler disdire il contratto d’affitto.
Questo modulo potrà essere inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure con la Pec (Posta elettronica certificata).
A questo modulo si deve allegare, in alcuni casi, una lettera di disdetta del contratto di locazione per gravi motivi, in cui vengono spiegati i motivi del recesso del suddetto contratto, ai sensi dell’articolo 6 della legge 431 del 1998.
La disdetta del contratto d’affitto da parte del proprietario
Può capitare che sia anche il proprietario a voler disdire un contratto di locazione e, in base alle legge 431/98, deve comunicare all’inquilino che non rinnoverà il contratto d’affitto, alla prossima scadenza, tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno, sei mesi prima della data prevista.
Basandosi sull’articolo citato, il locatario ha il diritto di non rinnovare l’affitto per diversi motivi, ovvero:
- perché intende destinare il locale ad uno dei parenti di primo grado (compresi figli e coniugi);
- perché, nel caso si tratti di una società o qualche altro ente pubblico, può destinare il locale a l’uso delle finalità che si prefigge, offrendo, tuttavia, un altro immobile all’inquilino;
- se l’immobile è in qualche modo danneggiato e dovrà essere sottoposti a lavori di ricostruzione, oppure essere demolito;
- perché il proprietario vuole vendere l’immobile a terzi, e non ha a disposizione altri locali adibiti ad uso abitativo da offrire all’inquilino;
- se un appartamento è situato all’ultimo piano di un edificio, e si vogliano costruire delle sopraelevazioni.
In conclusione, che sia il proprietario o l’inquilino stesso, a voler disdire il contratto, entrambi hanno diritto a un preavviso di sei mesi, previsti dalla legge.