Negli ultimi anni, il settore della pulizia ha registrato un’espansione significativa nella provincia di Milano, spinto da una combinazione di fattori: l’evoluzione delle abitudini igieniche post-pandemia, l’aumento della domanda di sanificazione professionale e l’ingresso di nuovi imprenditori, in particolare stranieri, nel comparto. L’effetto combinato di questi elementi sta ridisegnando profondamente il panorama economico locale.
Un comparto in espansione tra Milano e Monza-Brianza
Secondo gli ultimi studi di Unione Artigiani, il comparto tra Milano e Monza-Brianza rappresenta uno dei settori più dinamici dell’artigianato locale. Con 42.095 imprese attive nell’area metropolitana e 22.184 nella Brianza, il territorio si conferma un polo strategico per l’intero settore cleaning. In particolare, le attività di pulizia e disinfestazione sono cresciute non solo per volume ma anche per importanza economica.
Nel grafico sopra, si osserva la concentrazione delle imprese nelle aree urbane e semi-urbane: Milano città, con le sue 26.752 imprese, guida il comparto, seguita da zone strategiche come Nord-est Milano, Seregno e Cesano Maderno, e l’area del sud-est. Questa distribuzione territoriale rispecchia la densità di attività economiche e la forte richiesta di servizi da parte di uffici, aziende e attività commerciali.
Il ruolo cruciale delle imprese artigiane
Il contributo delle imprese artigiane è centrale. Si tratta per lo più di ditte individuali, spesso a conduzione familiare, che operano con elevata flessibilità e capacità di adattamento. In un contesto in cui la domanda di pulizia professionale è diventata strategica per la salute pubblica, queste realtà si sono distinte per rapidità di intervento e specializzazione.
Inoltre, secondo i dati della Camera di Commercio, si registra un calo del minor numero delle imprese italiane a favore di un aumento di quelle guidate da stranieri. Un processo che ha contribuito alla riqualificazione professionale di molti lavoratori e all’emergere di nuovi protagonisti nel settore.
Imprenditoria straniera: il sorpasso
Secondo Marco Accornero, segretario di Unione Artigiani Milano, «oggi oltre un’impresa su due nel settore è guidata da stranieri». È un dato che colpisce e che segnala un cambiamento profondo nei modelli di impresa. Le imprese straniere, con una forte rappresentanza di origine africana (41%) e della comunità cinese, si stanno affermando come protagoniste assolute.
Il fenomeno riguarda tutta l’area metropolitana, ma è particolarmente intenso nelle zone di Milano città e Brianza, dove la presenza di stranieri che fanno impresa qui è diventata prevalente. Secondo le statistiche più aggiornate, le imprese gestite da imprenditori non italiani rappresentano ormai il 55% del totale nel settore pulizia e alimentari.
Non si tratta solo di numeri: il contributo degli stranieri imprenditori ha permesso di reggere il comparto tra Milano e hinterland, coprendo una crescente domanda di servizi e mantenendo attivo un settore cruciale per il benessere urbano.
Sanificazione e nuove esigenze aziendali
Con l’esperienza del Covid-19, la sanificazione è diventata un tema prioritario per tutte le aziende. Non più considerata un servizio accessorio, è oggi parte integrante delle policy aziendali. Aumenta così la richiesta di pulizia di uffici e sanificazione a Milano, specie in ambienti ad alta frequentazione come coworking, uffici open space, showroom, studi legali e amministrativi.
Numeri, fatturati e opportunità
Nel 2022, il comparto ha visto un incremento considerevole del fatturato. Le prime 300 imprese di pulizia in Italia hanno superato i 2,6 miliardi di euro, con un trend di crescita annuo superiore all’8%. L’aumento di valore ha riguardato in particolare il Nord-Ovest, con la provincia di Milano in testa.
Un ulteriore elemento interessante riguarda la redditività: una impresa artigiana di medie dimensioni può arrivare a generare un fatturato mensile superiore a €30.000, con margini che, nel regime forfettario, raggiungono anche il 67% grazie al coefficiente di redditività del Codice ATECO 81.21.00.
Questo conferma come le imprese del settore non solo siano in salute, ma rappresentino anche un’opportunità imprenditoriale concreta e accessibile, anche per chi sceglie di avviare un’«impresa qui in Italia» con mezzi limitati ma con grande determinazione. A tal proposito consigliamo sempre di affidarsi prima ad una consulenza con un commercialista.
Una nuova fotografia dell’artigianato milanese
Le trasformazioni del settore della pulizia sono il riflesso di ciò che accade anche in altri due storici settori dell’artigianato: l’edilizia e l’alimentare. Cambiano i volti, le storie, le età. Oggi, ad esempio, i imprenditori artigiani uomini over 50 rappresentano ancora una fascia importante, ma sempre più spazio viene lasciato ai giovani e alle donne.
La fascia tra i 40 e i 49 anni è oggi la più attiva nella gestione di imprese guidate da stranieri. Una dimostrazione di vitalità, ma anche della necessità di politiche inclusive, servizi di assistenza imprenditoriale e associazioni di categoria capaci di accompagnare questo cambiamento.
Conclusione: Milano come laboratorio d’impresa
La realtà milanese, con le sue 26.752 imprese attive nel solo settore pulizie, rappresenta un osservatorio privilegiato per analizzare le tendenze che investiranno il resto del Paese. Tra artigiano, innovazione, servizi di pulizia evoluti e imprenditori non italiani, si sta delineando un nuovo ecosistema produttivo, fondato sulla concorrenza leale, la formazione professionale e una forte integrazione economica.
In questo contesto, la pulizia professionale è diventata molto più di un semplice servizio: è un asset strategico per la salute, la sicurezza e l’economia. Chi saprà investire in competenze, tecnologie e relazioni, riuscirà a cogliere al meglio le opportunità offerte da questo settore in piena trasformazione.
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