Auto elettriche: tutto quello che c’è da sapere sulla ricarica alle colonnine

L’obiettivo europeo è chiaro: eliminare entro il 2050 le emissioni dannose che provocano inquinamento e riscaldamento globale. Un progetto di decarbonizzazione che coinvolge anche i trasporti, favorendo sempre di più i sistemi ibridi ed elettrici dei veicoli. Le colonnine di ricarica per le auto elettriche si vedono soprattutto in determinate aree pubbliche e anch’esse dovranno essere implementate per stare al passo col mercato automobilistico in piena transizione ecologica. Nonostante esistano anche modalità casalinghe per le batterie di questo tipo, rimangono dispositivi che aumenteranno di certo nel futuro.

Come funziona la ricarica a una colonnina

Per ricaricare un’auto elettrica alle colonnine basta connettere il cavo già predisposto sul dispositivo fisso al veicolo. Si tratta di una ricarica piuttosto veloce, molto più che quella privata, il cui progresso si può visualizzare in modalità digitale sulla colonnina stessa, tramite il computer di bordo e, laddove possibile, persino attraverso applicazioni dedicate per smartphone.

Tali colonnine, di solito vengono collocate previa certificazione adeguata e possono installarsi sia per uso privato che pubblico, nelle aree apposite e idonee a far accostare anche più di un veicolo. Esse, infatti, possono ricaricarne anche più di uno contemporaneamente. L’energia prodotta dipende dai contratti di fornitura elettrica cui ci si aggancia e si può trattare sia di corrente alternata che continua, più performante dal punto di vista della ricarica, magari avvalendosi di fonti green come quella proveniente da pannelli solari.

La potenza massima cui possono arrivare le colonnine è di ben 150 Kw, anche se sono sempre più spesso implementati connettori che possono far raggiungere anche i 350 Kw. Per le ricariche dei veicoli in cui il caricabatterie sia già all’interno del veicolo stesso, il cavo da utilizzare è quello in dotazione con l’auto, mentre per la corrente continua del caricatore a colonnina esterna, si impiega quello del dispositivo. Esistono quindi cavi collegati in  maniera diretta al veicolo stesso, altri che sono collegati solo alla colonnina di ricarica e altri ancora che non hanno alcun collegamento fisso. Ovviamente, ogni connettore e ogni tipologia di ricarica avrà il suo cavo dedicato e bisognerà prestare attenzione a impiegare sempre quello giusto per il proprio veicolo.

Dall’ibrido all’elettrico

I sistemi ibridi consentono di avere sia la componente elettrica che quella a combustione di carburante, ottimizzando i consumi anche se il veicolo non è totalmente libero dall’impiego di diesel, benzina o GPL. Anche in questi casi si possono utilizzare le colonnine di ricarica, a patto però che si tratti di un veicolo con plug-in, ovvero una batteria aggiuntiva che funge da propulsore elettrico. Questa tipologia di mezzo ibrido può generare maggiori prestazioni, ma ha anche un limite nel peso stesso della batteria sul totale sopportato dal veicolo. Le auto full-hybrid, invece, ricaricano la componente elettrica semplicemente attuando una frenata, quindi non necessitano delle colonnine di ricarica.

Se si desidera installare una colonnina in uno spazio privato per il proprio veicolo elettrico o per i clienti di un’attività commerciale o ricettiva, occorre fare specifica richiesta al proprio Comune di residenza provvedendo anche a eventuali spese di noleggio; in caso ci si voglia invece rifornire da colonnine pubbliche, lo si può fare con un abbonamento legato a una card che permette un numero illimitato di ricariche. Di solito, queste colonnine si trovano nei pressi di grandi reti stradali e autostradali, parcheggi, aree verdi e ovunque le vetture possano fermarsi in maniera agevole.

Che siano ibride o elettriche, le auto di domani consumeranno quindi sempre meno carburanti dannosi per l’ambiente, fino a raggiungere gli obiettivi europei e mondiali in termini di decarbonizzazione del pianeta.

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