Si chiama nartece o ardica e indica la struttura caratteristica delle basiliche dei primi 6-7 secoli del Cristianesimo. Per definizione, il nartece è lo spazio compreso tra le navate e la facciata principale della chiesa. La sua funzione è principalmente quella di un atrio volto ad accogliere i fedeli e guidarli al punto cardine del luogo di culto.
Storia del nartece
L’etimologia della parola “nartece” ha un significato particolare e simbolico per la funzione che lo spazio fisico aveva anticamente. Il termine, infatti, deriva dal greco nárthex (in latino sempre narthex) e indica il “bastone” o “flagello”, simbolo di pentimento e punizione. In passato, infatti, fino al VII secolo il nartece serviva per ospitare i catecumeni e i penitenti.
Il nartece ha, poi, avuto un importante ruolo anche nei secoli X e XI, in epoca romanica, e nei secoli XII e XIII nel periodo gotico, quando il nartece si trova all’esterno dell’edificio affiancato da torri. Il vero successo del nartece, però, arriva in epoca bizantina, l’ultimo periodo storico di attestazione del suo utilizzo che si concluderà nel XV secolo.
Il nartece bizantino
In epoca bizantina il nartece inizia ad assumere l’architettura tipica dell’Impero romano d’Oriente, con una struttura inizialmente simile a quella romana, ma che successivamente ha preso influenza dallo stile tipico del Vicino Oriente, con una pianta a croce greca di solito utilizzata all’interno delle chiese. Al posto delle pietre iniziano a essere usati i mattoni, i classici ordini vennero sostituiti da forme più libere e complesse, come le decorazioni scultoree e i mosaici.
Esempio di nartece bizantino
Un esempio di nartece di epoca bizantina è sicuramente quello della Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco, la nota chiesa di Venezia famosa per lo stile decorativo.
La cattedrale del capoluogo veneto risale all’XI, epoca di maggiore diffusione dello stile bizantino. Simbolo di cristianità e stile veneziano, il nartece della basilica si caratterizza per una luce smorzata che aggiunge l’atmosfera giusta per accogliere i visitatori all’interno della chiesa. Intorno, si aggiungono le decorazioni mosaiche raffiguranti episodi dell’Antico Testamento e del Vangelo con i principali soggetti di Noè, Abramo, Giuseppe e Mosè.
L’atrio è composto da due ambienti, il Battistero e la Cappella Zen ottenuti dalla chiusura del lato sud.
Infine, accanto al portale si trovano delle nicchie con altri mosaici che rappresentano la Theotókos, gli Apostoli e gli Evangelisti. Anche queste ultime figure, inoltre, confermano lo stile fortemente bizantino della cattedrale: sia la Theotokos sia gli Apostoli, infatti, sembrano far parte di un atelier bizantino, contrariamente agli Evangelisti dal carattere fortemente veneto. Entrambe le componenti, quindi, bizantina da un lato e veneta dall’altro, decorano l’intera basilica, contemporaneamente simbolo dell’epoca dell’XI secolo e di quello locale.