L’Inps continua ad erogare i finanziamenti che una volta erano di competenza dell’Inpdap: continuano ad esistere i cosiddetti prestiti Inpdap, ovvero quelli che vengono erogati agli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali; per poter richiedere questi finanziamenti è necessario compilare un’apposita domanda a cui deve essere allegata la certificazione dimostrativa dello stipendio.
Cos’è la dichiarazione dimostrativa dello stipendio e quali dati contiene
Esattamente come succede per i casi di prestito con cessione del quinto (in questo caso però si parla di certificato di stipendio), la domanda per un prestito Inpdap deve essere accompagnata da un documento redatto dall’Amministrazione di appartenenza su un apposito modulo: la dichiarazione dimostrativa dello stipendio deve contenere alcune informazioni fondamentali, ovvero:
- le generalità del richiedente (come, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale);
- la qualifica e l’Amministrazione dalla quale dipende;
- l’importo dello stipendio mensile;
- le ritenute che gravano sull’emolumento;
- gli altri oneri mensili eventualmente presenti sullo stipendio (cessioni, pignoramenti, canoni di affitto per case popolari e così via).
La dichiarazione dimostrativa dello stipendio viene redatta in carta libera dall’ufficio che si occupa dell’emissione degli ordini di pagamento degli stipendi. Il documento si presenta in questo modo: nella parte alta sono presenti il timbro dell’ufficio e il destinatario; sotto il titolo dichiarazione dimostrativa dello stipendio, della paga o della retribuzione c’è lo spazio dove deve essere indicato il codice fiscale dell’Amministrazione. Al di sotto della dicitura “si dichiara che il dipendente titolare della domanda di prestito” sono presenti i campi in cui dovranno essere inseriti i dati anagrafici del richiedente.
La parte sottostante è quella che riguarda l’emolumento lordo: qui sono presenti gli spazi in cui vanno indicati lo stipendio iniziale mensile, l’indennità integrativa speciale, le retribuzioni di anzianità e le altre indennità che hanno carattere fisso e continuativo. Scendendo ancora nel documento è prevista l’indicazione delle eventuali trattenute che gravano ogni mese sullo stipendio: le voci disponibili sono pignoramenti, delegazioni, piccoli prestiti da altri enti, cessioni casse interne e cessione Inpdap (pluriennale diretta, pluriennale garantita, piccolo prestito); per ciascuna trattenuta presente bisogna indicare l’importo mensile.
Le differenze con il certificato di stipendio
Il documento si chiude con lo spazio per l’indicazione della data e del luogo, accanto al quale devono essere apposti il timbro dell’ufficio e il timbro lineare con la firma del capo ufficio responsabile. Il certificato di stipendio rilasciato dal datore di lavoro per la cessione del quinto è un documento un po’ più completo, infatti devono essere inseriti vari dati relativi all’azienda (ragione sociale, partita IVA, sede legale, capitale sociale e numero di dipendenti) e tra i dati del dipendente che richiede il finanziamento devono essere specificati, oltre alle informazioni anagrafiche, alla retribuzione lorda e alle trattenute eventualmente presenti, anche la retribuzione netta e il TFR accantonato.