Il pantheon degli dei romani è davvero molto vasto. La tradizione romana ha ripreso quasi in toto quella greca già di per se molto ricca di dei. I greci e i romani, come anche tutti gli altri popoli politeisti dell’antichità, avevano davvero moltissime figure divine che spesso erano associate ad attività specifiche. Anche le attività che sembravano poter essere in qualche modo associate ad un unico dio, avevano a loro volta divinità minori per ogni peculiarità dell’attività in se. Un caso particolare è, ad esempio, quello rappresentato dalla dea romana della frutta, Pomona.

Pomona prende proprio il nome dall’attività a cui viene attribuita, ossia Patrona pomorum “ signora dei frutti”. La dea Pomona ha il compito di vegliare sulla crescita dei frutti di ogni tipologia. Solitamente si pensa ai soli frutti che crescono e maturano sugli alberi ma in realtà è anche protettrice di alberi e frutti come la vite e l’olivo.

Ogni divinità viene rappresentata in modo differente per far si che vengano messe in risalto le sue peculiarità e che l’iconografia sia fedele al suo ruolo. Avere un’iconografia importante e particolare, permette l’immediato riconoscimento della dea ed è quindi simbolo di importanza.

L’immagine più forte è quella tramandata da Ovidio che la descrive come una donna con una falce nella mano destra.

Curiosità e diffusione del culto 

Alla dea era stato dedicato nell’antichità un intero bosco situato a sud della via Ostiense che prendeva il nome di Pomonal. Nonostante non fosse una dea di primaria importanza e quindi non avesse un ruolo predominante nel culto, a lei era dedicato un flamine minore, il flamine pomonale. Il flamine è appunto una “fiammella” che veniva accesa proprio in onore della dea. Solitamente la grandezza variava in base all’importanza della dea. La dea Pomona era una delle dee meno importanti di tutto il pantheon romano ma veniva comunque onorata per far si che i raccolti della frutta fossero prosperosi.

Non ci sono tracce del fatto che a lei fossero dedicate speciali feste, proprio per un’importanza relativa. Secondo alcuni studiosi il mese della dea Pomona era settembre, proprio perché mese di maturazione di molti frutti.

La dea della frutta più famosa è sicuramente la romana Pomona, ma altri popoli italici veneravano divinità affini che svolgevano lo stesso ruolo. Ad esempio in Umbria esisteva il corrispettivo maschile di Pomona, Pomono.

Le differenze fra le divinità sono pressochè impercettibili e spesso cambiano magari anche solo sesso. Questo perché la radice comune è la stessa e la diversificazione avveniva solamente per questione di divisione delle popolazioni che assumevano ognuno la propria identità. Tutte le popolazioni possedevano un grande pantheon di divinità che avevano il compito di provvedere ad ogni differente aspetto della vita, da quello più importante a quello meno importante.