La peperomia, originaria delle isole del pacifico, è considerata dagli indigeni, una pianta sacra, in quanto i suoi succhi, servono per guarire numerose affezioni cutanee, le scottature e le malattie degli occhi.
Il nome scientifico deriva da due vocaboli greci, peperi ossia pepe e omoios cioè simile, in riferimento alle sue caratteristiche morfologiche che son molto simili a quelle del pepe.
La peperomia, erbacea annuale e perenne, appartiene alla famiglia delle Piperacee, diffusa in America, nelle regioni tropicali e subtropicali del Pacifico, comprende circa 400 specie.
Avendo un fogliame molto decorativo viene spesso utilizzata come graziosa pianta d’appartamento.
Coltivare la peperomia
La piantagione viene fatta in autunno o alla fine dell’inverno, preferisce un terriccio universale, oppure terra da giardino mista a 1/3 di terra d’erica ed 1/3 di torba.
A causa della natura del suo fogliame, che trattiene molto l’acqua, non gradisce l’eccessiva umidità, è buona regola lasciare il vaso per circa un’ora immerso in un recipiente contenente acqua, una volta la settimana.
Anche le irrorazioni alle foglie non sono molto consigliate, al contrario è opportuno ogni 20-25 giorni fare delle spruzzature con un buon lucidante avente anche azione disinfettante.
La concimazione può essere effettuata ogni mese, con un fertilizzante organico in polvere da spargere sulla superficie del terreno, dopo averlo smosso.
Posizionarla in una zona ben areata e luminosa, ma non in pieno sole, durante la bella stagione, può essere portata all’aperto, in posizione ombrosa e riparata.
In primavera si effettua la moltiplicazione per talea, ovvero si interra una foglia con una porzione di gambo in un terreno sabbioso, tenendola fresca, ma non umida.